Valutazione del rischio di esplosione: Come proteggere la tua azienda

Il rischio di esplosione in un luogo di lavoro è un pericolo da non prendere sottogamba, in quanto potenzialmente devastante e che può manifestarsi in diverse tipologie di aziende. La valutazione del rischio di esplosione è un processo cruciale per garantire la sicurezza dei lavoratori e proteggere le strutture da danni importanti. Le esplosioni possono verificarsi in specifiche condizioni di lavoro, specialmente in presenza di sostanze o materiali che possono creare una combinazione di fattori pericolosi, ad esempio la presenza di polveri, gas o vapori infiammabili. Per questo motivo, è essenziale per ogni azienda capire come individuare, analizzare e mitigare tali rischi.

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Cos’è il rischio di esplosione?

La valutazione del rischio di esplosione riguarda l’analisi dei potenziali pericoli legati a materiali, sostanze o processi che potrebbero causare un’esplosione. Questa valutazione prende in considerazione fattori come la presenza di atmosfere esplosive (gas, vapori, nebbie o polveri combustibili) e le condizioni in cui tali atmosfere possono essere accese da una fonte di innesco, come scintille elettriche o superfici che tendono ad avere alte temperature.

Le esplosioni possono avere conseguenze gravissime, causando infortuni, perdite economiche e gravi danni strutturali. Ecco perché le aziende devono essere proattive nell’implementare misure di prevenzione e protezione, come stabilito dalla normativa ATEX (Atmosphères Explosibles), che regola la sicurezza negli ambienti a rischio di esplosione in tutta Europa.

Tipologie di aziende a rischio di esplosione

Fortunatamente non tutte le aziende presentano lo stesso livello di rischio, ma ci sono settori particolarmente esposti alle atmosfere esplosive che necessitano di una valutazione del rischio di esplosione. Tra le industrie più soggette a questo pericolo troviamo:

  1. Industria chimica e petrolchimica: la lavorazione di sostanze chimiche e prodotti petroliferi comporta l’uso di gas e vapori altamente infiammabili, rendendo questi settori particolarmente vulnerabili al rischio di esplosione.
  2. Settore alimentare: sebbene possa sembrare impossibile, la lavorazione di alcuni alimenti può creare condizioni di rischio esplosione. Le polveri alimentari, come quelle di farine o zuccheri, possono diventare infiammabili se sospese in aria e innescate da una scintilla.
  3. Settore metallurgico: anche la produzione e lavorazione di metalli può generare polveri pericolose, come quelle di alluminio o magnesio, che, se messe in sospensione, possono esplodere.
  4. Industria tessile: durante il trattamento di fibre tessili, alcune operazioni possono generare polveri combustibili. Sebbene meno conosciute, queste tipologie di aziende devono comunque considerare il rischio di esplosione.
  5. Settore dei rifiuti e riciclaggio: la gestione di rifiuti e materiali pericolosi, come solventi e gas, rende il rischio di esplosioni una possibilità concreta. Questo settore deve adottare rigide misure di sicurezza per proteggere i lavoratori.

Situazioni in cui si può verificare un’esplosione

Per comprendere meglio come può verificarsi un’esplosione in ambito aziendale, è importante considerare le seguenti situazioni:

  1. Presenza di atmosfere esplosive: quando specifiche sostanze combustibili, come gas o polveri, si mescolano con l’ossigeno nell’aria possono formare atmosfere potenzialmente esplosive. Queste diventano pericolose quando esposte a una fonte di innesco.
  2. Scintille elettriche: le scintille generate da apparecchiature elettriche mal funzionanti, cablaggi difettosi o scariche elettrostatiche possono fornire l’innesco dell’esplosione. Ecco perché è fondamentale che le apparecchiature siano a norma ATEX nei luoghi a rischio.
  3. Superfici calde: il surriscaldamento eccessivo delle superfici, come quelle di alcuni macchinari o forni industriali, possono far accendere le sostanze infiammabili presenti, portando a un’esplosione.
  4. Reazioni chimiche incontrollate: alcune sostanze chimiche, se combinate o esposte a determinate condizioni di temperatura e pressione, possono reagire in modo incontrollato, generando un’esplosione.

Come effettuare una corretta valutazione del rischio di esplosione

La valutazione del rischio di esplosione è un processo articolato che deve essere condotto seguendo un approccio sistematico e in conformità con le normative vigenti. Ecco i passaggi fondamentali per eseguire una valutazione adeguata:

  1. Identificazione delle fonti di rischio: il primo passo per svolgere la valutazione è identificare tutte le potenziali fonti di rischio, sia per quanto riguarda i materiali impiegati che per i processi aziendali. Questo include l’analisi preliminare delle sostanze pericolose presenti e delle atmosfere esplosive che potrebbero andare a formarsi.
  2. Classificazione delle aree pericolose: una volta identificate le fonti di rischio, è importante classificare le aree dell’azienda in zone di pericolo, secondo la normativa ATEX. Queste zone vengono definite in base alla probabilità e alla durata della presenza di atmosfere esplosive.
  • Zona 0 (gas) o Zona 20 (polveri): l’atmosfera esplosiva è presente in modo continuo o per lunghi periodi.
  • Zona 1 (gas) o Zona 21 (polveri): l’atmosfera esplosiva è presente occasionalmente durante il normale funzionamento.
  • Zona 2 (gas) o Zona 22 (polveri): l’atmosfera esplosiva è presente solo raramente o per brevi periodi.
  1. Analisi delle fonti di innesco: dopo aver classificato le aree, bisogna individuare tutte le possibili fonti di innesco come apparecchiature elettriche, macchinari caldi o scariche elettrostatiche, e assicurarsi che siano adottate le misure di protezione adeguate per ridurre i rischi.
  2. Implementazione delle misure preventive: sulla base delle analisi effettuate, è fondamentale adottare misure preventive per ridurre il rischio di esplosione. Queste misure includono l’installazione di apparecchiature ATEX, la messa a terra dei sistemi elettrici, la ventilazione degli ambienti e l’uso di dispositivi di rilevazione del gas.
  3. Pianificazione di emergenze e addestramento del personale: anche con le migliori misure di prevenzione il rischio non può mai essere eliminato completamente. Per questo motivo, ogni azienda deve avere un piano di emergenza dettagliato e assicurarsi che i lavoratori siano adeguatamente addestrati per affrontare eventuali situazioni di pericolo.

Normativa e conformità

La normativa ATEX (Direttive 2014/34/UE e 1999/92/CE) è la principale regolamentazione europea che stabilisce i requisiti di sicurezza per le aziende esposte a rischio di esplosione. Ogni datore di lavoro deve garantire che le apparecchiature e i sistemi utilizzati nelle zone classificate siano conformi agli standard di sicurezza ATEX.

Le aziende sono tenute a redigere il Documento di protezione contro le esplosioni (DPE), in cui si dettagliano le misure adottate per prevenire e gestire il rischio di esplosione. Questo documento deve essere aggiornato regolarmente e include la valutazione del rischio, la classificazione delle aree pericolose e le misure preventive adottate.

La valutazione del rischio di esplosione è un obbligo di legge e un passo essenziale per la sicurezza aziendale. Le esplosioni possono causare danni irreparabili sia a livello umano che economico, ma con una corretta valutazione e l’implementazione di misure preventive, è possibile minimizzare drasticamente il rischio. Aziende chimiche, alimentari, metallurgiche e di altri settori devono essere particolarmente attente e assicurarsi di rispettare tutte le normative in materia per proteggere i propri lavoratori e i propri investimenti.

 

Articolo a cura di Giorgio Galizia

 

 

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Author: Giorgio Grimani
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