Rischi da atmosfere esplosive: Direttiva ATEX e riduzione del rischio

La sicurezza sul lavoro è una questione fondamentale per qualsiasi azienda. Tra i vari rischi che possono presentarsi sul luogo di lavoro, uno dei più gravi è rappresentato dalle atmosfere esplosive.

Ma cosa si intende per rischio esplosione?

Il rischio di esplosione si riferisce alla possibilità che si verifichi un’esplosione su un luogo di lavoro in cui sono presenti sostanze infiammabili, come gas, vapori, liquidi o polveri. In queste situazioni, l’ignizione delle sostanze infiammabili può provocare una reazione a catena che si traduce in un’esplosione, causando danni fisici alle persone, ai beni e all’ambiente circostante.

In questo articolo, esamineremo cosa si intende per rischio esplosione e come le aziende possono prevenire tali rischi per garantire un ambiente di lavoro sicuro per i propri dipendenti.

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Definizione di atmosfera esplosiva

Per definizione:

“un’atmosfera esplosiva è un’atmosfera contenente una miscela di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori, nebbie, polveri o liquidi, in cui, in caso di innesco, la combustione si diffonde alla totalità della miscela non bruciata”.

Cosa prevede la direttiva ATEX per le atmosfere esplosive

La Direttiva ATEX ha lo scopo di garantire la sicurezza degli impianti e dei dispositivi che possono essere esposti a atmosfere esplosive.

La direttiva prevede obblighi per i datori di lavoro, tra cui:

  • Identificazione dei rischi,
  • Valutazione dei rischi,
  • Scelta delle attrezzature e degli impianti appropriati per le zone ATEX,
  • Messa in sicurezza degli impianti e degli impianti
  • Formazione dei lavoratori.

Le Zone ATEX

La Direttiva ATEX classifica le zone in cui possono verificarsi atmosfere esplosive in base alla probabilità di presenza di una atmosfera esplosiva e alla sua durata.

Le zone sono divise in Zone 0, 1 e 2 per gli impianti che utilizzano gas, vapori e nebbie infiammabili e in Zone 20, 21 e 22 per quelli che utilizzano polveri combustibili.

  • Zone 0 e 20: sono le zone in cui la presenza di una atmosfera esplosiva è presente in modo continuo o per lunghi periodi.
  • Zone 1 e 21: sono le zone in cui la presenza di una atmosfera esplosiva è probabile in condizioni di funzionamento normale.
  • Zone 2 e 22: sono le zone in cui la presenza di una atmosfera esplosiva è poco probabile e, se presente, solo per brevi periodi.

La classificazione delle zone ATEX è fondamentale per la scelta dei dispositivi e delle apparecchiature utilizzate negli impianti in cui sono presenti atmosfere esplosive. Infatti, le apparecchiature utilizzate in zone ad alto rischio (Zone 0 e 1 per i gas e vapori e Zone 20 e 21 per le polveri) devono essere certificate ATEX e conformi alle specifiche richieste.

Le possibili cause di innesco di esplosione

Le esplosioni possono essere causate da diverse fonti di accensione, come le scintille, le fiamme, il calore e le pressioni elevate.

Queste fonti di accensione possono essere causate da vari fattori, tra cui:

  • la combustione di materiali infiammabili,
  • le perdite di gas o liquidi,
  • le temperature elevate
  • le frizioni tra superfici metalliche.

Per prevenire le esplosioni, è importante identificare queste fonti di accensione e prendere misure per eliminarle o controllarle.

Come avvengono le esplosioni

Per capire come prevenire le esplosioni nelle atmosfere esplosive, è importante conoscere i meccanismi che le causano.

L’esplosione si verifica quando sono presenti contemporaneamente tre elementi: il combustibile, l’ossigeno e una fonte di accensione.

Quando questi elementi si trovano in concentrazioni appropriate, possono innescare una reazione a catena che porta all’esplosione.

Le esplosioni possono avvenire in diverse fasi:

  • Fase di dispersione: il combustibile viene disperso nell’atmosfera e si mescola con l’ossigeno.
  • Fase di accumulo: il combustibile si accumula in una zona chiusa o confinata, raggiungendo una concentrazione sufficiente per creare una atmosfera esplosiva.
  • Fase di innesco: una fonte di accensione, come una scintilla, una fiamma o una temperatura elevata, entra in contatto con l’atmosfera esplosiva, dando il via alla reazione a catena che porta all’esplosione.
  • Fase di propagazione: l’esplosione si propaga attraverso la zona in cui è presente l’atmosfera esplosiva.

Prevenzione dei rischi da atmosfere esplosive

Una volta identificati i rischi e valutate le zone ATEX, è fondamentale attuare misure di prevenzione per evitare che le atmosfere esplosive si formino o si propaghino.

Qui di seguito riportiamo alcune delle azioni che i datori di lavoro possono adottare:

  • Eliminazione delle fonti di accensione: tutte le fonti di accensione devono essere eliminate o, se questo non è possibile, protette da dispositivi di sicurezza a prova di esplosione.
  • Controllo delle fonti di emissione di sostanze infiammabili: le sostanze infiammabili devono essere controllate e gestite in modo appropriato, ad esempio tramite l’utilizzo di sistemi di ventilazione, il mantenimento dei livelli di concentrazione inferiori ai limiti di esplosività e la riduzione delle perdite durante le operazioni di trasferimento.
  • Utilizzo di attrezzature a prova di esplosione: le attrezzature e gli strumenti utilizzati in zone ATEX devono essere certificati come “a prova di esplosione” e mantenuti in buone condizioni.
  • Utilizzo di sistemi di sicurezza: devono essere adottati sistemi di sicurezza a prova di esplosione, come dispositivi di spegnimento automatico, allarmi, sensori e interruttori di emergenza, per minimizzare i rischi di esplosione e proteggere le persone e le attrezzature.
  • Formazione dei lavoratori: i lavoratori che operano in zone ATEX devono ricevere formazione specifica sulla prevenzione dei rischi da atmosfere esplosive, sui comportamenti da adottare in caso di emergenza e sull’utilizzo corretto dei dispositivi di sicurezza.

Inoltre, i datori di lavoro devono sottoporre i loro impianti e dispositivi a regolari controlli di manutenzione, ispezione e verifica. In questo modo si garantirà il corretto funzionamento e la conformità alle normative di sicurezza.

 

Articolo a cura di Renato M.G. Sarlo

 

 

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Author: Giorgio Grimani
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