- 6 Settembre 2023
- Posted by: Giorgio Grimani
- Categoria: Formazione, Senza categoria, Sicurezza
Lo scorso 28 luglio il governo italiano ha varato un Decreto-legge per tutelare la salute del lavoratori. A seguito della situazione climatica che quest’estate ha colpito la Penisola è stata introdotta la cassa integrazione per temperature elevate superiori ai 35°C.
Questo intervento mira a proteggere dallo stress termico gli operatori dei settori a rischio, aggiungendosi agli interventi sul microclima e sull’esposizione alle situazioni di pericolo.
Entrato in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, si aspetta ora il via delle Camere per la conversione in legge.
In questo articolo vediamo in cosa consiste il Dl 28 luglio 2023, n.98.
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Quali settori sono i maggiori destinatari del Dl
La Cassa Integrazione prevista per le temperature che superano i 35 gradi è destinata a tutte le attività dove si opera sotto il sole. In alcuni casi, dove il caldo percepito è aumentato dall’esposizione prolungata e diretta o dall’umidità percepita, sarà possibile attivarla anche sotto i 35°C.
Tra i settori interessati dalla possibilità di accedere alla Cassa integrazione per caldo sopra i 35 gradi rientrano:
- i lavori di stesura del manto stradale,
- i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni,
- le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione,
- tutte le fasi lavorative che vengono svolte in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.
Cassa integrazione per temperature elevate: come funziona
Secondo le linee guida dell’Inps-Inail del 2022, spetta naturalmente all’impresa presentare la richiesta di Cassa Integrazione ordinaria (Cigo). A tale richiesta deve essere allegata una documentazione tecnica in cui vengono dettagliati i seguenti elementi:
- I giorni in cui si è verificata la sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa.
- Il tipo di attività in corso nei giorni interessati.
Per le situazioni in cui un’azienda richiede la Cigo (cassa integrazione ordinaria) a causa di temperature superiori a 35 gradi, non è necessario fornire documenti che certifichino la temperatura né presentare bollettini meteorologici.
Ricorda che l’Inps concede la Cassa Integrazione Guadagni in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell’azienda decide di sospendere le attività lavorative a causa di rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, incluso il caso in cui le sospensioni siano dovute a temperature eccessive.
Quali sono i rischi dello stress termico
Lo stress termico rappresenta un rischio significativo per i lavoratori ed è causato da un’esposizione prolungata a temperature estreme, sia elevate che basse.
I principali rischi per i lavoratori associati allo stress termico includono:
- Colpi di calore: L’esposizione prolungata a temperature molto elevate può portare a colpi di calore, una condizione grave che può mettere a rischio la vita. I sintomi includono confusione, vertigini, perdita di coscienza e febbre elevata.
- Sintomi legati al caldo: Lavorare in ambienti caldi può causare sintomi come affaticamento, debolezza, mal di testa, sudorazione eccessiva e nausea.
- Disidratazione: L’alta temperatura può causare una perdita significativa di liquidi attraverso il sudore, portando alla disidratazione. Questo può avere un impatto negativo sulla salute e sulla performance lavorativa.
- Affaticamento e performance ridotta: L’esposizione prolungata al caldo o al freddo può causare affaticamento, riducendo la capacità dei lavoratori di concentrarsi e compiere le proprie mansioni in modo sicuro ed efficiente.
- Problemi di salute a lungo termine: L’esposizione cronica allo stress termico può portare a problemi di salute a lungo termine, tra cui danni agli organi, problemi cardiaci e disturbi del sistema nervoso.
- Rischio di infortuni sul lavoro: L’affaticamento e la ridotta capacità di concentrazione dovuti allo stress termico possono aumentare il rischio di infortuni sul lavoro.
Come tutelare i lavoratori dal rischio di stress termico
La tutela dei lavoratori dal rischio di stress termico è fondamentale per garantire la loro salute e sicurezza durante l’esecuzione delle mansioni in ambienti con temperature estreme.
La prevenzione dello stress termico richiede una gestione attenta da parte dei datori di lavoro e una collaborazione tra datori di lavoro e lavoratori stessi per garantire un ambiente di lavoro sicuro e salutare in condizioni termiche estreme.
Di seguito 12 buone pratiche per ridurre il rischio di stress termico sul luogo di lavoro.
1 Valutazione dei rischi
Effettuare una valutazione dei rischi per identificare le aree di lavoro o le situazioni in cui potrebbe verificarsi lo stress termico. Questa valutazione dovrebbe prendere in considerazione la temperatura, l’umidità, la durata dell’esposizione e il tipo di attività svolta.
2 Adeguata formazione
Fornire formazione ai lavoratori per far loro comprendere i rischi associati allo stress termico, i sintomi da monitorare e le misure di prevenzione da adottare.
3 Monitoraggio delle condizioni ambientali
Utilizzare strumenti di monitoraggio delle condizioni ambientali per tenere sotto controllo la temperatura e l’umidità nei luoghi di lavoro. I dati raccolti possono aiutare a prendere decisioni basate su evidenze per migliorare la sicurezza termica.
4 Abbigliamento adeguato
Fornire abbigliamento adeguato per proteggere i lavoratori dalle temperature estreme. Questo potrebbe includere indumenti isolanti per il freddo o abbigliamento leggero e traspirante per il caldo.
5 Pause frequenti
Programmare pause regolari in cui i lavoratori possono raffreddarsi e idratarsi. Queste pause aiutano a prevenire l’accumulo di stress termico.
6 Accesso all’acqua potabile
Assicurarsi che i lavoratori abbiano accesso a bevande idratanti, come l’acqua, in modo da prevenire la disidratazione.
7 Sistemazioni per l’ombra o il riparo
Se possibile, fornire zone d’ombra o riparo in caso di condizioni di caldo estremo o freddo intenso in modo che i lavoratori possano recuperare dallo stress termico.
8 Rotazione dei compiti
Organizzare i compiti in modo che i lavoratori possano alternare attività impegnative dal punto di vista termico con quelle meno esigenti dal punto di vista termico.
9 Educazione sui sintomi
Istruire i lavoratori a riconoscere i sintomi precoci dello stress termico, come affaticamento, vertigini, sudorazione eccessiva o brividi, e incoraggiarli a segnalare tali sintomi al datore di lavoro o al supervisore.
10 Normative e conformità
Rispettare tutte le normative locali, statali e nazionali sulla sicurezza sul lavoro e l’ambiente di lavoro, garantendo la conformità alle leggi in vigore.
11 Monitoraggio della salute dei lavoratori
Tenere sotto controllo la salute dei lavoratori esposti a rischi termici e incoraggiare visite mediche periodiche per valutare la loro idoneità a svolgere compiti in ambienti con temperature estreme.
12 Pianificazione e adattamento
Modificare gli orari di lavoro o le attività in base alle condizioni climatiche, quando possibile, per ridurre al minimo l’esposizione ai rischi termici.
Articolo a cura di Renato M.G. Sarlo
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