- 27 Aprile 2023
- Posted by: Giorgio Grimani
- Categoria: Formazione, Senza categoria, Sicurezza
Il progresso tecnologico e i processi di automazione stanno portando ad affidare il funzionamento di macchine o interi cicli produttivi a una sola persona. Si prevede le occupazioni ricoperte da operatori “isolati” siano destinate ad aumentare in futuro e con esso anche i rischi da lavoro in solitario.
Saper individuare questi rischi per valutarli nel modo corretto al fine di prendere misure di prevenzione adeguate è essenziale. Per questo motivo in questo articolo analizzeremo tutto ciò che occorre sapere sul lavoro in solitudine.
Vedremo cosa dice la normativa vigente a riguardo e le caratteristiche che lavoratori e ambienti di lavoro devono possedere per la tutelare salute e sicurezza.
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Cosa dice la normativa
Trattare il tema dei rischi dei lavori in solitario risulta molto difficile in Italia, in quanto il D.Lgs. 81/08 non si esprime nel merito.
In esso infatti si fa più che altro riferimento superficiale a lavori a rischio nei quali occorre la presenza di almeno due lavoratori. Come per esempio:
- Articolo 66: Lavori in ambienti sospetti di inquinamento.
- Allegato IV, punto 3: Spazi confinati.
- Articolo 145: Disarmo delle armature.
- Articolo 113: Lavori sulle Scale.
Se dobbiamo parlare di “lavoro solitario”, pertanto, dobbiamo rivolgerci alla giurisdizione canadese, dove, in un articolo del CCOHS viene definito come:
“Al lavoro una persona è “sola” quando non può essere vista o sentita da un’altra persona e quando non può aspettarsi una visita da un altro lavoratore”
Infine troviamo anche un accenno nel D.M. 388/2003, dove all’Art.2 comma 5 si legge:
“Nelle aziende o unità produttive che hanno lavoratori che prestano la propria attività in luoghi isolati, diversi dalla sede aziendale o unità produttiva, il datore di lavoro è tenuto a fornire loro (oltre al pacchetto di medicazione) un mezzo di comunicazione idoneo per raccordarsi con l’azienda al fine di attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale”.
I rischi dei lavori in solitario
Tra i rischi dei lavori in solitario il più comune è quello legato allo stress psichico, ovvero alla paura e alla sensazione di isolamento. Queste possono far affiorare disorientamento e pressione derivata dalla mancanza di assistenza, che possono portare a compiere azioni improvvisate o errate.
Il lavoratore solitario più di altri teme di non ricevere un aiuto tempestivo in caso di infortunio o malore, la probabilità di commettere errori aumenta.
Le aziende che impiegano lavoratori solitari devono adottare misure adeguate, come:
- Impiegare solo soggetti idonei (idoneità fisica, mentale e psichica)
- Istruire e formare in modo specifico le persone tenute a lavorare da sole
- Dare a chi lavora in solitario la possibilità di dare l’allarme in qualsiasi momento in caso di emergenza
- Garantire che le persone isolate ricevano un aiuto tempestivo in caso di infortunio o di fronte a situazioni critiche
- In caso di lavori pericolosi deve essere presente un sistema di sorveglianza o controllo da remoto.
I lavori che prevedono il rischio di lavoro in solitudine
Come abbiamo detto all’inizio i lavori che prevedono una sola persona sono destinati a crescere in futuro. Tuttavia già da molto tempo esistono mansioni che presentano i rischi di lavoro in solitario, stiamo parlando di:
- Autotrasportatori
- Addetti alle guardianie sia notturne, sia diurne
- Tecnici di pronto intervento per servizi di pubblica utilità che svolgono il proprio lavoro sul territorio nazionale (energia elettrica, gas, acqua, ecc.)
- Addetti alle pulizie che operano in orari in cui i locali da pulire non sono “abitati”
- Addetti al controllo del funzionamento di impianti a ciclo continuo
- Addetti ai servizi di vigilanza (che spesso presidiano ampie aree attraverso monitor e telecamere)
- Addetti al Telelavoro
- Portieri d’albergo
- Lavorazioni in agricoltura
- Lavorazioni del commercio
- Lavorazioni di assistenza impianti e/o di magazzinaggio
- addetti a particolari attività di riscossione di denaro (es. addetti al pedaggio autostradale e/o distributori di carburante)
- Lavori di installazione presso i clienti.
Requisiti del lavoratore solitario
Per quanto riguarda i requisiti e l’idoneità sanitaria che deve possedere un lavoratore solitario troviamo precisi criteri di selezione.
Il Datore di Lavoro, in collaborazione con il Medico Competente, devono compiere una sorveglianza sanitaria mirata e applicare specifici giudizi di idoneità.
Per fare alcuni esempi, non sono idonei al lavoro solitario i lavoratori che:
- Sono soggetti a crisi epilettiche, diabete non controllato, attacchi di asma, sbalzi di pressione, ecc.
- Hanno problemi di dipendenza (da alcol, farmaci, droghe)
- Assumono farmaci sedativi o stimolanti
- Presentano reazioni allergiche pericolose (ad esempio a seguito di punture di insetti).
Valutazione e riduzione dei rischi dei lavori in solitario
Nell’eseguire la redazione del DVR negli ambienti di lavoro dove è presente il rischio da lavoro solitario occorrerà innanzitutto applicare le misure generali di tutela.
Queste, esplicate all’Art.15 del D.Lgs 81/08, prevedono i seguenti principi:
- Limitare le attività per le quali è previsto l’impiego di lavoratori isolati
- Predisporre procedure per il controllo degli ambienti di lavoro in cui si trovano a prestare la loro opera i lavoratori isolati
- Limitare il numero dei lavoratori esposti ai rischi conseguenti al lavoro isolato, definendone i requisiti di idoneità sanitaria e di formazione
- Utilizzare tecniche e apparecchiature per il controllo e il soccorso da remoto dei lavoratori isolati (es. dispositivo uomo a terra).
Articolo a cura di Renato M.G. Sarlo
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