- 19 Ottobre 2022
- Posted by: Giorgio Grimani
- Categoria: Formazione, Senza categoria, Sicurezza
Uno degli effetti principali che ha modificato il mondo del lavoro durante la pandemia da Covid 19 è la crescita del lavoro agile. Molte più persone hanno iniziato a lavorare da remoto, non potendo recarsi sul luogo di lavoro. Questa modalità lavorativa si è affermata e ora è sempre maggiormente utilizzata, ma come funziona la sicurezza durante lo smart working?
Per rispondere a questa complessa domanda occorre fare riferimento a quanto specificato dal Ministero della Salute, ad oggi in vigore. Quest’ultimo infatti si è espresso in merito alle condizioni di lavoro, che devono essere garantite ai lavoratori che dagli uffici si trasferiscono nelle case.
Si tratta dei protocolli di sicurezza per lo smart working, che prevedono:
- La riorganizzazione della postazione lavorativa;
- Il ricambio d’aria nelle ore di prestazione;
- Le condizioni igieniche degli ambienti;
- L’utilizzo degli impianti di ventilazione.
In questo articolo spiegheremo in modo semplice come funziona il protocollo di sicurezza smart working, se vuoi saperne di più, continua questa lettura.
Per informazioni più specifiche invece, o per una consulenza su misura, visita il nostro sito. Un nostro esperto è pronto ad aiutarti per ogni questione sulla sicurezza nella tua azienda.
Protocolli di Sicurezza Smart Working
I protocolli di sicurezza per lo smart working vengono predisposti dal datore di lavoro, che in questo lavoro viene sostenuto da:
Ovvero le figure che operano nel SPP, che si occuperanno di redarre il protocollo ai sensi delle normative vigenti. Tra queste ricordiamo sicuramente il D. Lgs 81/08 e s.m.i., la circolare del MdS del 22 febbraio 2020 e il Decreto Legge 18 del 17 marzo 2020.
Grazie a questi si individueranno le principali misure e gli obblighi da adottare in base ai rischi a cui sono esposti i lavoratori.
Sicurezza smart working: Obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro è obbligato a garantire la sicurezza del lavoratore in smart working. Per fare ciò dovrà innanzitutto produrre un’informativa scritta per individuare i rischi generali e i rischi specifici connessi alla modalità in cui si svolge l’attività lavorativa.
Questa dovrà essere consegnata sia al lavoratore che al RSPP e deve indicare i rischi connessi dal lavoro in smart working e dalle misure adottate per contrastarli.
Sicurezza smart working: Obblighi del lavoratore
Il lavoratore è tenuto a prestare attenzione e attuare tutte le misure di prevenzione predisposte dal datore di lavoro nel protocollo di prevenzione. Ovvero le specifiche utili a fronteggiare i rischi connessi all’esecuzione della prestazione all’esterno dei locali aziendali.
In questo il lavoratore deve essere adeguatamente responsabilizzato, in quanto dovrà attenersi alle regole ancora più scrupolosamente non potendo contare sulla supervisione delle figure del SPP.
Dovendo provvedere autonomamente alla scelta del luogo dove effettuerà la prestazione lavorativa, senza la sorveglianza del datore di lavoro. Questo richiede che esso sia debitamente informato sui rischi per la sua sicurezza e sarà sua premura occuparsene per tutelare la propria salute.
Fattori di rischio connessi alla sicurezza in smart working
La delocalizzazione del posto di lavoro è maggiormente soggetta ai rischi legati all’ergonomia rispetto alle prestazioni svolte nell’ambito dell’impresa.
A questi si aggiungono quelli legati all’organizzazione del lavoro e all’impostazione dell’orario. Soprattutto in quei numerosi casi in cui si prevede l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione della comunicazione (ICT).
I fattori di rischio che riguardano la sicurezza del lavoro in smart working possono compromettere sia il benessere fisico che quello psico fisico.
Nel primo caso si avranno: disturbi visivi, di affaticamento eccessivo, disturbi muscoloscheletrici cervicali o lombari; nel secondo invece: nervosismo e difficoltà di concentrazione.
Inoltre i lavoratori in smart working sono maggiormente esposti al rischio di isolamento sociale e la perdita delle possibilità di comunicazione.
Misure di prevenzione per i rischi della sicurezza in smart working
Per quanto riguarda i rischi ergonomici legati la lavoro in smart working la misura principale da adottare è la corretta postura durante il lavoro videoterminale. Questa infatti è molto legata all’insorgenza di problematiche muscolo-scheletriche.
È quindi necessario che il lavoratore faccia particolare attenzione alla posizione che assume durante l’attività lavorativa.
Per quanto riguarda l’affaticamento fisico e mentale invece la normativa prevede un’interruzione della propria attività con pause di 15 minuti ogni 2 ore. In questo modo si previene anche l’insorgenza di disturbi visivi, dovuti principalmente alle condizioni di illuminazione casalinghe.
Oltre a queste misure poi, si raccomanda di:
- Adottare una postura rilassata (tronco sullo schienale perpendicolare alle gambe)
- Variare spesso la posizione del corpo;
- Ridurre movimenti rapidi e ripetitivi prolungati;
- Tenere gli avambracci bene appoggiati sul tavolo e i polsi distesi.
Riorganizzazione del posto di lavoro
Come abbiamo accennato in precedenza il protocollo per la sicurezza in smart working prevede la riorganizzazione del posto di lavoro. Questo deve essere organizzato in modo da garantire le principali misure ergonomiche per quanto riguarda l’ambiente lavorativo, come:
- Tranquillità al lavoratore;
- Corretto posizionamento dello schermo;
- Buone condizioni di illuminazione naturale e adeguata illuminazione artificiale;
- Corretta collocazione dei materiali di lavoro;
- Corretta sistemazione dei cavi in modo che non costituiscano pericolo di inciampo.
Ma non solo, perché anche la postazione di lavoro è sottoposta a una riorganizzazione, in quanto deve:
- Garantire un’altezza del tavolo adeguata all’altezza dei gomiti. Per ovviare a questo occorre possedere o una sedia regolabile in altezza o un tavolo con la stessa funzione;
- Favorire l’appoggio dei piedi, con un poggiapiedi se necessario;
- Essere fornita di una sedia caratterizzata di caratteristiche ergonomiche.
Il microclima e la sicurezza in smart working
L’ambiente lavorativo dove viene svolto lo smart working deve garantire adeguate condizioni di benessere in fatto di microclima e qualità dell’aria.
Si dovrà quindi provvedere a utilizzare appositi impianti di riscaldamento e condizionamento dell’aria al fine di garantire i parametri microclimatici:
- Temperatura interna invernale compresa tra i 18 e i 22 °C;
- Temperatura interna estiva inferiore all’esterna di non più di 7 °C;
- Umidità relativa compresa tra 40-60%;
- Velocità dell’aria inferiore a 0.15 m/sec.
Il ricambio dell’aria durante le ore di lavoro deve prevedere pratiche come:
- Aprire regolarmente le finestre: almeno 3 volte al giorno per 10 minuti, scegliendo quelle distanti dalle strade trafficate;
- Ottimizzare l’apertura in funzione delle attività svolte;
- Non lasciarle aperte di notte.
Manutenzione degli impianti di ventilazione e pulizia
Al fine di mantenere un ambiente microclimatico regolare è opportuno che gli impianti di ventilazione siano regolarmente puliti. Occorre fare particolare attenzione alle prese e alle griglie di ventilazione, che andranno pulite con un panno inumidito con acqua e sapone o alcol etilico 75%.
Gli impianti di ventilazione devono essere tenuti accesi e in buono stato di funzionamento per eliminare totalmente il riciclo dell’aria. Inoltre è opportuno pulire regolarmente i filtri oltre che sostituirli se necessario.
Per quanto riguarda i prodotti per la pulizia dei luoghi di lavoro è bene ricordarsi di utilizzarli secondo le istruzioni e i dosaggi raccomandati sulle confezioni. Utilizzare i dispositivi di protezione individuali durante il processo e arieggiare gli ambienti adeguatamente.
Articolo a cura di Renato M.G. Sarlo
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