Rischi per le lavoratrici in gravidanza [GUIDA SEMPLICE]

Parliamo un po’ dei rischi per le lavoratrici in gravidanza sul lavoro. Questo periodo molto delicato nella vita delle donne merita un’attenzione particolare nel contesto lavorativo, motivo per cui è importante valutare e prendere le misure necessarie.

Ci sono attività semplici, che solitamente sono considerate “normali” nella quotidianità, che possono comportare dei rischi in questa situazione. Occorre tutelare la salute della madre e del bambino con un occhio di riguardo.

Per questo motivo in Italia sono precisi obblighi specifici per il datore di lavoro e le lavoratrici in dolce attesa, regolamentate da:

In questo articolo, approfondiamo meglio la valutazione dei rischi per lavoratrici in gravidanza, le misure previste e i lavori vietati.

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Il documento di valutazione dei rischi per le lavoratrici in gravidanza

All’interno del Testo Unico sulla Sicurezza sono specificate le direttive su come effettuare la valutazione dei rischi per le lavoratrici in gravidanza. Lo scopo è di valutare le situazioni pericolose e le misure da adottare sia per le lavoratrici in forza all’azienda che per le donne assunte in un secondo momento.

L’articolo 28 del Testo Unico nello specifico parla di:

“tutti i rischi per la sicurezza e salute dei lavoratori, ivi compresi (…) quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza”.

In questo vengono espresse le specifiche che il datore di lavoro, insieme all’RSPP al RLS e al medico competente dovranno valutare, ovvero:

  • Le diverse mansioni previste;
  • L’esposizione a tutti i rischi potenziali;
  • La presenza o meno dei rischi associati alla gravidanza;
  • Le caratteristiche strutturali delle diverse zone di lavoro e i rischi correlati;
  • Le adeguate misure di protezione e prevenzione.

Infine nella valutazione è necessario considerare le situazioni a rischio correlate al periodo della gravidanza, al puerperio e all’allattamento.

Sicurezza lavoratrici in gravidanza: misure di prevenzione e obblighi

A seguito della valutazione dei rischi obbligatoria il datore di lavoro potrà intuire le misure da adottare per tutelare dai rischi le lavoratrici gestanti.

Nel periodo di gravidanza ci sono infatti dei lavori assolutamente vietati, ma oltre a questo si potrà valutare di:

  • Assegnare alla lavoratrice un’altra mansione compatibile, che non la esponga a rischi;
  • Modificare le condizioni di lavoro, l’orario o il luogo lavorativo, sempre nell’ottica di evitare l’esposizione ai rischi;
  • Qualora non fosse possibile, procedere con l’invio della richiesta di interdizione anticipata agli Enti competenti.

Questo è propedeutico all’eliminazione di ogni rischio potenziale, tant’è che il datore di lavoro può optare anche a cambiare radicalmente l’organizzazione aziendale.

Un esempio calzante è legato al lavoro notturno, ovvero quello che va dalle 24 alle 6. Questo è vietato dal momento dell’accertamento della gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino (art. 53 del D.Lgs. 151/2001).

In ogni caso è fondamentale informare le lavoratrici sui risultati della valutazione dei rischi e sulle misure di prevenzione e protezione stabilite. Al tempo stesso, anche le lavoratrici, una volta accertato lo stato di gravidanza, hanno l’obbligo di comunicarlo tempestivamente al datore di lavoro.

Lavoratrici in gravidanza: i lavori a rischio

Di norma il congedo di maternità per lavoratrici in gravidanza va dai 2 mesi antecedenti ai 3 mesi successivi al parto. Anche se in alcune situazioni specifiche può anche essere esteso a 1 mese prima e 4 mesi dopo il parto.

Inoltre, ci sono attività e mansioni particolarmente a rischio, vietati categoricamente alle lavoratrici gestanti. Come specificato dall’articolo 7 del D.Lgs. 151/2001, che specifica il divieto di “adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, nonché ai lavori pericolosi, faticosi ed insalubri”.

In questo senso, tra i più comuni lavori a rischio nel periodo della gravidanza vi sono:

  • Lavori che espongono a rischi ergonomici (movimentazione manuale di carichi, trasporto e sollevamento di pesi, sovraccarico biomeccanico degli arti superiori);
  • Attività in postura eretta prolungata (per oltre metà dell’orario lavorativo);
  • Lavori su scale, impalcature e pedane;
  • Lavori a bordo di mezzi di trasporto (muletti, aerei, autobus, ecc.);
  • Lavori che espongono a rischi fisici (vibrazioni, rumore, radiazioni ottiche artificiali, ecc.);
  • Lavori in orario notturno;
  • Lavori svolti a temperature molto alte o molto basse;
  • Lavori in quota o in spazi confinati;
  • Lavori che espongono a rischio biologico, chimico o cancerogeno;
  • Lavori che espongono al rischio stress lavoro correlato.

Come tutelare le lavoratrici in gravidanza dai rischi sul lavoro

Concludendo possiamo consigliare per tutelare dai rischi le lavoratrici in gravidanza diverse operazioni per evitare l’esposizione al rischio. Prima di tutto è di adibire le gestanti ad altre mansioni compatibili con il loro stato.

In questo caso la legge stabilisce che:

“anche qualora le fossero affidate mansioni inferiori a quelle abituali, essa conserva la retribuzione corrispondente alle mansioni precedentemente svolte, nonché la qualifica originale”.

Ad ogni modo è fondamentale il consulto del medico competente o del medico specialista che segue la lavoratrice in gravidanza. Questo sia per valutare il periodo di astensione, che non è definito per legge, sia per consentire la tutela della salute della madre e del bambino.

 

 

Articolo a cura di Renato M.G. Sarlo

 

 

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Author: Giorgio Grimani
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